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Home » Site Diversity Change: cosa rappresenta la diversità dei risultati per chi fa SEO
 Site Diversity Change: cosa rappresenta la diversità dei risultati per chi fa SEO
Ilario Gobbi

Site Diversity Change: cosa rappresenta la diversità dei risultati per chi fa SEO

By Ilario Gobbi
Posted 13 Giugno 2019
In Seo
  0

L’estate è ricca di cambiamenti per chi fa SEO!
Da un lato abbiamo il June 2019 Core Update, il cui roll out è iniziato il 3 giugno, che promette di rivisitare il modo con cui Google interpreta le query generiche.

 

Dall’altro, abbiamo avuto il 6 giugno una novità per Google Search denominata Site Diversity Change, una modifica delle serp all’insegna della diversificazione. Come apprendiamo da un tweeet di Google, lo scopo è premiare la differenziazione dei contenuti restituiti a seguito delle ricerche, in modo che non appaiano numerosi risultati top appartenenti allo stesso sito come avviene ora. In pratica, un fix a un malfunzionamento, che portava anche a considerare i sottodomini come entità a sé stanti dai domini.

 

 

Have you ever done a search and gotten many listings all from the same site in the top results? We’ve heard your feedback about this and wanting more variety. A new change now launching in Google Search is designed to provide more site diversity in our results….

— Google SearchLiaison (@searchliaison) 6 giugno 2019

 

In seguito a questo update, non dovremmo vedere su Google Search oltre 2 risultati per una data ricerca provenienti da uno stesso dominio (includendo anche i relativi sottodomini).

Ma come stanno andando le cose?

Che cos’è la Site Diversity Change?

Site diversity changeL’annunciata Site Diversity Change dovrebbe comportare la limitazione degli URL provenienti dallo stesso dominio che appaiono in cima ai risultati di ricerca, per assicurare una varietà di contenuti per ogni serp.

Stando a quanto ci viene detto, Google è intervenuta basandosi sui feedback ricevuti per fornire maggiore varietà alle serp. Il cambiamento applicato a Google Search ha lo scopo di assicurare maggiore diversità ai risultati restituiti alle query di ricerca.

 

La “site diversity change” significa che d’ora in avanti – in generale – non vedrai oltre due risultati dallo stesso dominio tra i risultati in cima alla serp.

Sottodomini e root domain verranno considerati come appartenenti allo stesso dominio.

 

Potranno comunque esserci dei casi in cui i sistemi di Google determineranno che per esigenze particolari di ricerca sia adeguato fornire più risultati dalla stessa fonte di quelli solitamente concessi. I sottodomini, ad esempio, potrebbero essere considerati come differenti se ciò viene incontro alle esigenza di differenziazione dello scopo.

Non si tratta in ogni caso di un cambiamento dell’algoritmo di Google, bensì soltanto “dell’interfaccia”, ovvero del numero di risultati che appaiono sulle serp.

 

Dall’analisi delle dichiarazioni dei portavoce di Google e dalle segnalazioni di utenti su Twitter, ho stilato questa lista di cosa sappiamo sulla Site Diversity Change

  • si tratta di un update di Google Search non connesso al June 2019 Core Update

  • non (dovrebbero) comparire oltre 2 risultati appartenenti allo stesso dominio per una query

  • i sottodomini sono (teoricamente) considerati come facenti parte del dominio di partenza

  • si applica soltanto ai risultati web tradizionali (es. no caroselli video e di immagini)

  • il limite di non oltre 2 risultati dalla stessa fonte riguarda i primi risultati che appaiono nelle serp (non è detto che si estenda a tutte le risposte a una query)

  • possono esserci delle eccezioni dovute a ricerche particolari (es. query locali) e in base alla rilevanza/pertinenza dei contenuti

  • per le ricerche di brand potrebbero uscire risultati dagli stessi domini

  • i domini geolocalizzati potrebbero apparire come siti differenti e non essere intaccati dalla regola della diversità (questo effetto dovrebbe essere ridotto in seguito)

Site Diversity Change: cosa comporta per chi fa SEO?

Google ha certamente l’interesse a variare i risultati per lasciare liberi spazi nella super-affollatissima serp che potranno garantire una qualità maggiore e accrescere l’offerta di contenuti.

Non dobbiamo però pensare che si tratti di una nuova regola seguita in maniera rigida.
Come possiamo notare da questo esempio, ci sono e probabilmente continueranno a esserci query che restituiranno risultati in abbondanza dagli stessi siti, specialmente se si tratta di aggregatori di domande e informazioni percepiti come molto rilevanti dagli utenti.

 

 

🤷There are at the very minimum 2 better organic results before showing 5 Yelp… pic.twitter.com/CmUEfUiG8M

— Dan Leibson (@DanLeibson) 6 giugno 2019

In particolare, ciò è vero per le ricerche brand, perché è ragionevole che le persone che digitano qualcosa legato ad esempio ad Amazon, si aspettino una rosa di risultati a esso legati.

Non stupirti se continui a vedere serp con 8 risultati su 10 da uno stesso sito.

Inoltre Google stessa, nelle veci di Danny Sullivam ci fa sapere che come tutti i rollout ci sarà da lavorare dopo il loro rilascio. Specialmente per le query locali la regola della diversità delle serp potrebbe non essere applicata in virtù del bene più grande che rappresenta il soddisfare gli intenti di ricerca.

 

 

It’s not going to be perfect. As with any of our releases, we’ll keep working to improve it. You might also try it the way someone in Tustin would do it — “nail salons” or “nail salons near me” or “nail salons tustin.” If you’re in Tustin, you know you’re in CA 🙂

— Danny Sullivan (@dannysullivan) 6 giugno 2019

Inoltre la diversità delle serp riguarda soltanto i risultati organici tradizionali.Non riguarda il local pack, i featured snippet, le mappe, le stories, i video, le immagini in evidenza né altri generi di contenuti particolari.

Come fa presente prosaicamente Emanuele Vaccari, dobbiamo considerare che vi sono delle eccezioni dettate dalla qualità della serp che Google vuole garantire, e che non è disposto ad abbassare variando la pluralità di attori coinvolti.

 

Bisogna anche appurare se questo fenomeno interesserà DAVVERO tutti i siti.
Come ci regoliamo con i colossi come Amazon, CVS, Walgreens le cui pagine prodotto in determinati ambiti cannibalizzano le serp? E per i portali lavoro che si posizionano per diverse pagine analoghe?

 

A questo punto, dobbiamo rassegnarci all’idea che potremo vedere un calo dei risultati provenienti dal nostro sito per un determinato ambito di ricerche. Naturalmente questo dovrebbe valere anche per i nostri concorrenti, per cui la diversità delle serp può portarci sia dei vantaggi che degli svantaggi.

 

Inoltre, questa ridotta visibilità potrebbe portare a ridurre i rischi di auto-cannibalizzarsi con risultati del proprio sito che competono sulle stesse serp. Tutto sta a vedere se, e in che misura, tali cambiamenti verranno apportati anche nella versione italiana di Google.

E tu che cosa ne pensi? La diversità delle serp produrrà effetti benefici nella SEO? Parliamone qua sotto!

Google, Seo
Ilario Gobbi
Ilario Gobbi
Amo scrivere per il web! Amante (non ricambiato) della SEO, appassionato di libri, film e fumetti, credo che la scrittura possa essere un modo per rendere il web un luogo migliore. Su www.ilariogobbi.it trovi guide e approfondimenti su SEO e storytelling.
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